Cominciamo col dire che si tratta di un concept, almeno per il momento, firmato da Sam Beaney e Ed Burgess che si sono chiesti: ma uno smartwatch deve per forza somigliare a uno smartphone in miniatura da portare al polso? La risposta che si sono dati è no. E ha la forma circolare di questa proposta insolita ma convincente.
La maggior parte dei produttori di smartwatch e di activity tracker parte dal presupposto che l’accessorio è una sorta di appendice dello smartphone, quasi sempre da usare in combinazione, se non in dipendenza diretta. E ultimamente la maggior parte degli smartwatch pare riprodurre uno smartphone vero e proprio, ma a misura di polso.
I creatori di questo progetto invertono la rotta. Il loro smartwatch vuole essere semplificato al massimo, privo di tutte quelle funzioni che ha già lo smartphone e non ha senso riprodurre anche sull’altro accessorio. Focus, questo il nome del concept, preferisce focalizzarsi – appunto – sull’essenziale.
Lo fa a cominciare dalla forma, che è tonda. Tutte le funzioni sono ridotte all’osso e visualizzate attraverso una serie di simboli facili da leggere, di immediata comprensione. Senza orpelli. Basta complicazioni, sono già complicate le nostre vite. Proviamo a semplificare?